Internazionalizzazione

26 Novembre 2014

Vite ad alberello di Pantelleria, patrimonio dell’Unesco

Vite ad alberello di Pantelleria, patrimonio dell’Unesco

alberello_pantelleriaLa pratica agricola della  Vite ad Alberello di Pantelleria  è stata inserita tra i Beni immateriali dell’umanità. Un riconosciemnto che riempie di grande soddisfazione ed orgoglio il il team dell’IRVO, formato da Lucio Monte, Francesca Salvia, Antonio Sparacio e Felice Capraro,  che ha curato la parte della documentazione tecnico-scientifica. Per la prima volta l’Alto organismo internazionale ha attribuito questo riconoscimento ad una pratica agricola, riconoscendone il valore storico-culturale oltre che identitario. La coltivazione della vite sull’isola  ha, infatti, modellato nel tempo il paesaggio, realizzando uno dei contesti  agricoli più suggestivi  al mondo. Al centro di questo scenario la vite e il particolare sistema di allevamento, quello ad alberello.

La sua forma di coltivazione è il risultato straordinario di un’agricoltura che, assecondando  la natura, ha saputo realizzare un primato d’eccellenza viticola, studiata ed ammirata in tutto il mondo. Il sistema di allevamento ad alberello basso, in conca, con uno sviluppo vegeto produttivo rasente i terreni, costituisce un unicum che va difeso, tutelato e rilanciato. La delegazione italiana presente all’Unesco era guidata dal rappresentante italiano permanente Vincenza Lo Monaco,  da Pier Luigi Petrillo, responsabile Ufficio Unesco del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dal sindaco di Pantelleria Salvatore Gabriele e dal Commissario straordinario dell’IRVO  Antonino Di Giacomo.  Per l’Assessorato regionale all’Agricoltura della Regione Siciliana erano presenti Dario Cartabellotta, Responsabile Unico della Regione Siciliana  per il Cluster Bio- Mediterraneo  di Expo Milano 2015,  e  Antonino Parrinello, capo di gabinetto dell’ Assessoreato dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana.

Grande emozione ha suscitato il caloroso applauso con cui l’assemblea ha salutato l’iscrizione della candidatura italiana al Patrimonio immateriale dell’Umanità. “Da Pantelleria arriva oggi un nuovo  riconoscimento per l’Italia – ha commentato  Vincenza Lo Monaco, rappresentante permanente per l’Italia all’Unesco – Questo importante traguardo deve essere un ulteriore stimolo ed un invito, soprattutto in vista dell’EXPO, a credere di più nelle potenzialità delle  nostre tradizioni per dare vita ad uno sviluppo sostenibile,  facendo leva  sulla cultura produttiva dei nostri territori”.  Il Commissario straordinario dell’ IRVO della Regione Siciliana Antonino Di Giacomo, ha sottolineato il valore di questo riconoscimento per tutto il sistema vino della Sicilia: “La Sicilia del vino vive di eccellenze territoriali uniche e impareggiabili per natura e biodiversità. Pantelleria è sicuramente l’espressione più particolare. Ora interviene una tutela universale che da il giusto merito ai quei  piccoli agricoltori che sono riusciti a mantenere produttiva la viticoltura, in un contesto difficile come quello dell’Isola di Pantelleria. Questo riconoscimento  arriva a conclusione di un grande lavoro di squadra che ha visto l’IRVO lavorare in sintonia con il Ministero delle Politiche Agricole, il comune di Pantelleria e i piccoli produttori dell’isola.”  Petrillo, curatore della candidatura dell’Alberello di Pantelleria  per il Ministero delle Politiche Agricole, ha seguito tutto l’iter sin dall’inizio:  “Si tratta di un percorso molto complesso, iniziato cinque anni  e conclusosi oggi con l’iscrizione, per la prima volta al mondo, di una pratica agricola nella lista dei Patrimoni dell’Umanità. Un percorso che è iniziato su proposta del Ministero e che ha trovato il consenso di oltre 180 stati partner dell’Unesco”. 

Oggi, a Pantelleria, il paesaggio disegnato dalla vigne è il segno di un equilibro raggiunto con la natura grazie all’opera dell’uomo e alla consapevolezza del rispetto dell’ambiente. Il terrazzamento è l’emblema di quest’unione che ha poi dato vita alla cultura della lavorazione della pietra dalla quale sono nati il dammuso e il giardino pantesco, strutture necessarie per praticare l’agricoltura in un contesto produttivo impervio.

“E’ un grande traguardo per l’Italia e per Pantelleria  – ha così commentato il sindaco di Pantelleria – credo che sia una grande scommessa, un grande elogio ad una comunità che, nei secoli, ha saputo trasformare luoghi impervi in terrazzamenti dove si produce un prodotto straordinario. Ora dobbiamo lavorare con il Ministero e la Regione Siciliana ad un Piano di gestione sull’alberello, dove poter declinare  tutta una serie di attività di tutela e valorizzazione della pratica agricola e del vigneto pantesco”.

A rappresentare la Sicilia a Parigi anche Cartabellotta: ” Affidando a Pantelleria l’apertura degli eventi del Cluster ad EXPO – sottolinea –  riconosciamo il primato di una terra, che tra l’Europa e l’Africa, ha saputo offrire all’uomo la sintesi più felice delle colture e delle culture del Mediterraneo. Un patrimonio di biodiversità che ha radici antiche ma che vogliamo portarci integro nel futuro delle nuove generazioni”.

La vigna a Pantelleria può contare solo sulle braccia dell’uomo, non ci sono macchine che possano sostituire il contadino e la sua sensibilità produttiva. Sui terrazzamenti , spesso con pendenze estreme, la vite viene allevata al di sotto del livello del suolo, in una larga conca per riparare la pianta e i frutti dai venti di scirocco e di greco levante che spirano assai frequentemente e con violenza sull’isola. Questa pratica è utile anche ad equilibrare lo sviluppo della parte aerea rispetto a quella radicale, in modo tale che la mano dell’uomo possa facilmente intervenire sulle vite, durante tutto il suo sviluppo vegeto-produttivo. Proprio per questo a Pantelleria si parla di viticoltura eroica: le lavorazioni, infatti, durante tutto l’anno richiedono un monte ore di lavoro, per unità impiegata, che supera di almeno tre volte quelle necessarie alla coltivazione di un normale vigneto sulla terra ferma.

In rappresentanza dell’Assessore dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana Antonino Caleca, è intervenuto a Parigi  il capo-di gabinetto Antonio Parrinello che ha così commentato: “Accogliamo la notizia dell’inserimento della pratica agricola dell’alberello pantesco nella lista dei beni immateriali dell’Umanità con un sentimento di enorme gioia. Grande soddisfazione innanzitutto per Pantelleria, artefice di questa operazione, e per tutti i suoi agricoltori che, con la loro tradizione millenaria, hanno permesso il realizzarsi di questo storico obiettivo. Oggi è un giorno di festa non solo per Pantelleria ma anche per tutta l’agricoltura siciliana”.

 

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