30 Agosto 2011
Vendemmia 2011
Note preliminari
Vendemmia e vitigni
La vendemmia, come sanno bene i viticoltori, rappresenta il momento verità, sia per gli aspetti quanti-qualitativi, che danno riscontro delle scelte effettuate nell’anno, sia per il risultato economico atteso. In Sicilia nel 2011, la superficie ad uva da vino in produzione, è risultata essere pari a 92.700 ettari, di cui 59.328 coltivata con varietà a bacca bianca e 33.372 con varietà a bacca nera. Nella nostra regione, in annate normali, si può ritenere corretta in linea generale, una media di produzione ad ettaro di 93 quintali se uva bianca e 74 se uva nera. Le piogge cadute nel periodo della fioritura, hanno influito negativamente sull’allegagione, provocando la formazione di grappoli più spargoli; la comparsa di infezioni da Peronospora, ha causato un danno che in alcuni areali, per fortuna ristretti, ha comportato una riduzione quantitativa anche del 50%; gli eccessi termici ed il conseguente stress idrico del vigneto, riscontrati a partire dalla seconda quindicina di agosto, hanno “asciugato il grappolo”, determinando un calo ponderale.
Queste condizioni hanno compromesso la resa quantitativa della vendemmia 2011, inducendo una perdita di prodotto tra il 25% ed il 30 % rispetto a quanto atteso dagli ettari in produzione. Con riferimento alla quantità abbiamo pertanto stimato una produzione totale di uva, tra 5.990.274 e 5.590.922 quintali. L’Associazione Enologi Italiana afferma, in un suo recente report sulla vendemmia, che la resa media in vino e mosto per la Sicilia, è stata del 73%. In ultima analisi, tenendo conto degli ettari in produzione, di un danno stimato del 25-30 % e della resa media in vino, si ritiene che la produzione massima di vino nella nostra regione, possa essere tra 4.372.900 e 4.081.373 ettolitri.
Considerazioni sull’andamento meteorologico con riferimento alle fasi più importanti del ciclo colturale della vite
I mesi di aprile e maggio hanno visto un andamento delle temperature nella norma, con valori di temperatura massima e minima in linea o inferiori alle medie climatiche. Le precipitazioni del mese di aprile (Fig.1), si sono concentrate in Sicilia orientale, sud orientale e zona dell’Etna, con valori cumulati superiori ai valori climatici fino a 180 mm; nel mese di maggio, le zone con valori più elevati degli scarti positivi della precipitazione mensile rispetto ai valori climatici, sono state la Sicilia orientale, sud orientale e zona dell’Etna, ma anche le colline interne del palermitano e del nisseno, e l’area tirrenica. Le precipitazioni di giugno sono state superiori alle medie climatiche nelle zone del corleonese, nel versante nord dell’Etna e in alcune aree interne tra il nisseno e il ragusano; le precipitazioni di luglio e agosto sono state, invece, in linea con il clima. Per quanto riguarda l’andamento termico il mese di giugno è risultato in linea con le medie climatiche.
L’anomalia termica rilevata nel mese di luglio ha fatto registrare range ottimali per la vite,
con valori di temperature massime non elevati e temperature minime con scarti negativi fino a -6 °C rispetto al clima; la temperatura massima media, è stata intorno a 31 °C e quella minima intorno a 18 °C; risulta importante specificare che pochi sono stati i giorni con temperatura massima superiore a 35 °C, pertanto, non si sono verificati condizioni tali da inibire a lungo i processi enzimatici per l’evoluzione della maturazione; i valori di temperatura minima registrati, ben al di sotto delle medie climatiche (Fig. 2), hanno determinato una escursione termica mensile ottimale per le attività di biosintesi delle sostanze polifenoliche. Tale andamento termico si è prolungato fino alla prima decade di agosto; gli ultimi 15 giorni di agosto hanno visto
invece temperature elevate (Fig.3 a-b), in particolare nei valori massimi, che sono stati in molte stazioni costantemente superiori a 35 °C. I valori di temperatura media massima del mese di agosto sono stati al di sopra delle medie climatiche, raggiungendo scarti fino a + 6 °C, rispetto al clima, nelle aree interne.
Nota sui vini prodotti nella Cantina sperimentale G. Dalmasso dell’IRVV
Le vinificazioni effettuate a Marsala, ci forniscono sufficienti indicazioni per esprimere un primo giudizio sulla qualità di questa vendemmia. Ma questo non deve intendersi quale giudizio complessivo sulla qualità dei vini della nostra regione.
In generale i vini risultano, abbastanza fruttati e ricchi in aromi, gradevoli sul piano della freschezza, soprattutto i vini bianchi, le cui uve sono state raccolte prima del gran caldo di fine agosto, ma anche i vini da uve autoctone, raccolte in settembre, risultano piuttosto gradevoli e freschi. I vini rossi sono ricchi in colore, un po’ meno in tannini rispetto all’annata precedente ma ricchi in aromi primari. I vini dolci, da uve aromatiche, sono freschi e fruttati, con ottimo aroma varietale e i vini bianchi tradizionali (base Marsala), provenienti da campi in cui si è posticipato la raccolta, sono particolarmente ricchi di struttura, alcool ed aroma. Per una valutazione di sintesi sui principali valori enochimici dei vini, si fanno le seguenti considerazioni: i vini bianchi da Grillo e Zibibbo, si presentano con gradazione alcolica intorno al 13%, 12% per l’Inzolia e 11-12% per i Catarratti. Il Grillo e l’Inzolia, selezionati per produrre il vino base Marsala, hanno raggiunto valori intorno al 17% in alcole naturale, grazie all’uva molto matura raccolta alla fine di settembre. I pH sono generalmente più bassi di 0,2 unità rispetto alla vendemmia 2010, per le uve raccolte prima del caldo, poi i valori si sono mantenuti nella norma; situazione analoga per le acidità totali, più alte all’inizio, poi abbassatesi. Inferiore ai valori del 2010 il contenuto in polifenoli totali, nell’ordine del 15-20%, sia per i bianchi autoctoni che per gli internazionali, mentre il contenuto in proantocianidine ossidabili, è risultato più alto della norma, dell’ordine di 30-35 ppm nei Catarratti, 20-25 nel Grillo, 10-15 nello Chardonnay, 30-35 ppm nell’Inzolia. Buoni i valori degli estratti, cioè di 23-24 g/L nei bianchi di Grillo e Chardonnay, 19-20 g/L nel Catarratto e nel Grecanico; nella norma i valori dei gliceroli, pari a 6-7 g/L. I vini rossi, si segnalano per un buon tenore in alcool, mediamente intorno ai 14-15 gradi e non elevati valori in estratto secco, come di solito. I pH risultano bassi per il Nero d’Avola e nella media per Merlot e Syrah; le acidità totali rispettivamente più alte per i vitigni autoctoni e più basse per gli internazionali. I polifenoli sono mediamente intorno a 2500 ppm e risultano più bassi rispetto all’anno precedente, mentre gli antociani presentano valori normali, pari a 350-400 mg/L nel Merlot, 500-550 mg/L nel Nero d’Avola e 450- 500 mg/L nel Syrah. Si sono riscontrati valori alti di antociani monomeri, nell’ordine del 70% rispetto ai totali infatti, è da prevedere una buona e prolungata conservazione prima dell’imbottigliamento al fine di favorire i fenomeni di polimerizzazione. Le intensità coloranti sono nella media dei valori riscontrati negli anni scorsi in cantina sperimentale.
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