Programmazione

20 Novembre 2015

Marchio olio siciliano, l’impegno della politica

Marchio olio siciliano, l’impegno della politica

olio_arsOlio, olivicoltura, qualità, mercato, ricerca, innovazione, salute, territorio, sono solo alcune delle tematiche che hanno caratterizzato l’intensa e partecipata giornata di lavoro sull’olio evo siciliano. Un convegno dal titolo “Olio extravergine di oliva: salute e ricchezza” organizzato dall’IRVO e che si è tenuto presso la sala gialla dell’Assemblea Regionale Siciliana.

“Un grande momento di confronto sul tanto da fare per la qualificazione della filiera olivicola-olearia siciliana. – ha commentato, entusiasta per la riuscita, il direttore dell’ente Lucio Monte – L’IRVO intende dare il suo contributo di professionalità a tutti gli operatori che scelgono la qualità”.

Al dibattito, moderato dal giornalista e scrittore nonché oleologo Luigi Caricato, hanno partecipato varie professionalità provenienti da realtà quali CNR, Corissia, Università, Associazioni di settore, Arnas Civico, Aziende olearie. Sul tavolo i meriti e i deficit di un settore che per decollare ha bisogno di un lavoro di squadra tra le varie competenze, tra queste quelle della politica, come ha sottolineato Manfredi Barbera, ad Premiati Oleifici Barbera. “Metterò in campi ogni iniziativa utile al riconoscimento dell’Igp olio Sicilia, – è stata la risposta dell’assessore regionale all’Agricoltura ed alla Pesca, Antonello Cracolici, insediatosi da soli 15 giorni, presente al convegno – un marchio che coincida con la nostra identità territoriale e che sia in grado di valorizzare la qualità e la specificità del nostro prodotto. Il riconoscimento rappresenterebbe certamente un sostegno ad una delle nostre produzioni di eccellenza, che vanno sostenute sui mercati nazionali e internazionali. Nei prossimi giorni sarò a Bruxelles per lavorare a questo percorso”. E proprio da Bruxelles Michela Giuffrida è stata una dei partecipanti al dibattito: “Stiamo facendo di tutto perché la Commissione Europea, che stava per rigettare la richiesta di riconoscimento avanzata dalla Sicilia, torni sui suoi passi. Il comparto dell’olio vive, per fortuna, anche in Sicilia, – sottolinea Giuffrida – un periodo di straordinaria attenzione: da un lato il riconoscimento di una eccellenza che é testimoniata dal sempre crescente numero di premi che gli oli dell’isola si aggiudicano nei contesti internazionali, dall’altro il recentissimo accordo di filiera che premia con un extraprezzo i produttori di olio extravergine di oliva di alta qualità. Senza dimenticare che, l’avvio della progettualità che il Psr in dirittura d’arrivo rappresenta sarà determinante per il futuro del comparto. Serve, ed é urgente – conclude Giuffrida – definire scelte strategiche comuni per l’olivicultura siciliana avendo come obiettivo primario lo strumento dell’innovazione che porti alla razionalizzazione della fase produttiva con la diminuzione dei costi di produzione. Serve costruire sinergie efficaci tra marketing, realtà aziendali e territoriali, in costante confronto con i competitor europei e in una continua interlocuzione tra Bruxelles e la Sicilia”. Rafforzare la filiera dunque “anche nell’ottica del turismo”, ha sottolineato il vicepresidente dell’Ars Giuseppe Lupo che ha aperto i lavori, così come, tornando al marchio Igp, “valorizzare il nostro olio attraverso di esso – ha aggiunto Maurizio Lunetta, presidente del Comitato promotore OEVO IGP Sicilia – in maniera da valorizzare anche la nostra storia olivicola. Ben 7 sono le varietà siciliane dalle quali si ottiene el’80% della produzione. Ma ce ne sono ben altre 20”. Riprendere in mano dunque le redini di un settore “che purtroppo registra l’abbandono negli ultimi anni – ha sottolineato il presidente di ASSIVOB, Alfonso Failla – perché la commercializzazione è diventata sempre più difficile”. In questo quadro di analisi sono emerse le “buone proposte”, tra queste quelle di un concorso internazionale di olio d’oliva che si terrà a maggio presso l’hotel La Zagarella: “L’intento del concorso – spiegano Stefania Leggio e Antonio Celauro – è il recupero di un gap, finora esistito, per valorizzare l’olio di qualità proveniente da ogni parte del mondo”. E quella di un nuovo corso di laurea, presso l’Ateneo di Palermo, illustrato dal professore di Agraria Paolo Inglese sulle Scienze enogastronomiche. Un corso che punterà al lavoro sul campo. “L’olio è la bandiera di questa terra – ha detto Pino Gullo della Lega Coop Sicilia – dobbiamo abbattere i costi di produzione perché altrimenti resta confinato ai ristoranti stellati”. Un posto d’onore insomma come ha affermato Francesco Calandra dell’Ente di Sviluppo Agricolo.

 

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