17 Aprile 2024

Spumanti siciliani tra i grandi protagonisti del Vinitaly 2024

80 aziende che producono 150 etichette per un totale di circa 1,9 milioni di bottiglie di spumante

Forse non tutti sanno che le bollicine siciliane hanno una tradizione secolare. Già nella fine dell’800, infatti, uno “champagne” prodotto sull’Etna dalla cantina Castello di Solicchiata con uve di Pinot Nero, vinceva premi internazionali in Francia. Con questo presupposto storico, ma anche per rispondere alle richieste di un mercato in evoluzione soprattutto nella fascia giovanile, l’Istituto regionale Vino e Olio di Sicilia lancia il progetto di ricerca su “sviluppo di spumanti di alta qualità a forte caratterizzazione territoriale”. Il tutto con un significativo valore sociale: la prima parte dell’esperimento coinvolge una cooperativa sociale che gestisce dei terreni confiscati alla mafia.

L’iniziativa è stata presentata ieri nel padiglione Sicilia del Vinitaly dal direttore di Irvo, Gaetano Aprile, che ha rimarcato come l’Istituto «ha intenzione di valorizzare un segmento produttivo poco consolidato in Sicilia, ma con enormi prospettive di sviluppo». Il progetto Irvo, in collaborazione con il Crea, partito nel 2023 con una prospettiva di 5 anni, prevede la sperimentazione di nuove tecniche di spumantizzazione di alcuni vitigni siciliani: il Catarratto (già prodotto in due diverse versioni e offerto in anteprima al Vinitaly con una degustazione guidata da Stefano Cosma, direttore di Bubbles Italia) a cui seguiranno nei prossimi step anche Grillo, Nerello Mascalese, Zibibbo e Perricone.

Antonio Sparacio, dirigente Irvo responsabile del settore Ricerca, ha illustrato il contenuto del progetto, partendo da alcuni dati significativi: in Sicilia ci sono 80 aziende che producono 150 etichette per un totale di circa 1,9 milioni di bottiglie. Ma questo numero rappresenta appena l’1% del totale della produzione di vino a livello regionale e altrettanto rispetto al totale degli spumanti in Italia.

«C’è una doppia esigenza di cambiamento, climatico e di mercato, che ci porta ad aggiornare la strategia della Regione- afferma l’Assessore all’Agricoltura Luca Sammartino- partendo dalla considerazione che le bollicine non è detto che la sappiano fare bene solo in Veneto: in Sicilia c’è una tradizione anche su questo prodotto e adesso, grazie al lavoro alacre e attento di Irvo, si può sperimentare uno spumante siciliano di qualità che catturi le fasce più giovani del mercato».

L’impatto sociale del progetto nei luoghi confiscati alla mafia

In questo progetto c’è poi il valore aggiunto che una delle prime sperimentazioni sul Cataratto è stata realizzata sui terreni della coop “Verbumcaudo”, a Polizzi Generosa. «Si tratta di una delle prime confische di beni alla mafia, in particolare appartenuti a Michele Greco detto ‘U Papa, sui cui per primo indagò Giovanni Falcone», ha spiegato Luca Li Vecchi, presidente della cooperativa, dicendosi ≪onorato di collaborare con Irvo con quello che è il primo impianto viticolo post mafia sul terreno confiscato dove si producono altre tipicità agricole».

 

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