14 Ottobre 2024

L’IRVO A DIGIONE PER CELEBRARE IL VINO SICILIANO: DAL 14 AL 18 OTTOBRE IL 45° CONGRESSO MONDIALE DELLA VITE E DEL VINO TRA SPERIMENTAZIONE E RICERCA

Il cambiamento climatico e le nuove tecniche sperimentali al centro della partecipazione dell’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio di Sicilia al congresso francese

Il 14 ottobre ha segnato l’avvio del 45° Congresso mondiale della vite e del vino che quest’anno si svolge a Digione, capitale della storica regione della Borgogna fino al 18 ottobre. Conferenze, visite tecniche e serate a tema sul vitigno e sul vino, e soprattutto dedicati ad incontri scientifici.

In questo contesto si inserisce la partecipazione dell’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio di Sicilia «Saremo presenti – spiega il direttore Lucio Monte – con due tematiche, una sull’utilizzo dei lieviti non-Saccharomyces ed una sulla potatura tardiva della vite in Sicilia. Per noi è un vanto ogni anno partecipare a questa manifestazione. Un’edizione, quella del 2024, che è particolarmente più ricca perché rientra anche nelle celebrazioni del centenario dell’OIV. Era il 1924 quando si tenne la prima conferenza governativa internazionale sul vino».

A curare lo studio della potatura tardiva sono stati il dirigente dell’U.O. Ricerca dell’IRVO Antonio Sparacio e l’enologo della Cantina sperimentale dell’IRVO di Marsala Salvatore Sparla. Un lavoro che prende le mosse dalle conseguenze dei cambiamenti climatici, inevitabilmente visibili a tutti e ancor di più fra gli addetti ai lavori.

«L’aumento delle temperature – spiegano – accelera la maturazione delle uve che, avvenendo in un periodo ancora caldo, comporta un accumulo rapido ed eccessivo di zuccheri nella bacca con scarsi livelli di acidità e colore». Da qui prende le mosse la sperimentazione della potatura tardiva della vite, in particolare per i vitigni di Grillo e Frappato.

«Sono stati raggiunti risultati molto incoraggianti nel primo biennio di sperimentazione, – sottolinea Sparacio –  mentre nel biennio successivo ha provocato una drastica riduzione della fertilità delle piante. La potatura tardiva invernale è quindi una tecnica colturale utile nel breve periodo, ossia solo per un biennio, al fine di favorire la resilienza della vite nelle zone più colpite dai cambiamenti climatici».

Negli ultimi 15 anni lieviti appartenenti a generi diversi dai Saccharomyces si sono rivelati molto utili nel migliorare la qualità dei vini grazie a peculiari attività enzimatiche. Da qui ha preso le mosse un altro studio portato avanti da Daniele Oliva, biotecnologo dell’IRVO, e da Lucio Monte. Altro studio che verrà presentato a Digione.

«L’Istituto – spiega Oliva – ha svolto un ampio lavoro di isolamento e selezione di lieviti non-Saccharomyces in diverse zone dell’Isola che ha portato all’identificazione di tre ceppi appartenenti ad altrettante specie e in grado di migliorare la qualità del vino». Una ricerca rilevante, anche sotto l’aspetto economico, per le cantine siciliane: «L’isolamento e la selezione di tre ceppi di lievito appartenenti ad altrettante specie ha consentito la produzione di vini rossi dotati di maggiore morbidezza e vini bianchi e rosati più freschi, oltre che il miglioramento dei vini in generale sotto l’aspetto aromatico. Gli accordi già firmati con le aziende che distribuiscono lieviti enologici consentono alle aziende vinicole di utilizzare questi ceppi per la loro produzione commerciale».

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