Istituto Regionale del Vino e dell'Olio

L’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio apre lo “scrigno” della sua cantina sperimentale e conquista i wine lovers

L’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio apre lo “scrigno” della sua cantina sperimentale e conquista i wine lovers (ma anche i semplici curiosi, fra cui molti giovani) a piazza Duomo, cuore dell’Expo DiviNazione al G7 di Siracusa.

Nel padiglione della Regione Siciliana, infatti, si è svolta una degustazione sul tema “Biodiversità viticola siciliana” guidata dal dott. Antonio Sparacio (IRVO) e dall’enologo Salvatore Sparla. «Una vetrina per quattro vini non in commercio, quattro “prototipi” che rappresentano vitigni antichissimi, con la prospettiva che possano diventare le etichette del futuro», ha detto Sparacio, presentando le varietà antiche al centro della ricerca di IRVO, in tutto una sessantina, sottoposti a sperimentazione in campi di collezione del germoplasma.

La degustazione dei vini sperimentali è partita con il Coda di Volpe, un bianco che ha origini antichissime: furono i veneziani, nel 1500, a impiantare alle Eolie, in particolare sull’isola di Salina, questo vitigno che risulta molto simile al Frumentum della Croazia e per certi versi al Grecanico.

Subito dopo un rosato molto particolare, frutto di un incrocio fra Catarratto e Aglianico: il Pastena, ottenuto dalla vinificazione in bianco, che secondo Sparla «ha dato risposte positive anche in queste ultime annate di forte caldo». Il Pastena, che prende il nome dal professore Bruno Pastena (di origini campane, libero docente di viticultura autore del trattato “La nuova viticultura siciliana”), è stato proposto anche nella versione vinificata in rosso, con un vino che risulta molto più corposo e promettente, da uve raccolte nella zona fra Marsala. Ultima chicca della cantina sperimentale dell’Irvo un altro rosso dalle origini antichissime: il Leonfuritisi, che, al di là del nome, affonda le sue secolari origini nella zona di Siracusa, in questi giorni capitale mondiale dell’agricoltura.

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